Capitolo 3.

Man mano che David si avvicina a scuola, il mio cuore prende ad accelerare sempre più in maniera frenetica.
Tra l'altro siamo anche in ritardo e questo non aiuta i miei nervi a calmarsi. Tutta colpa di mia madre che ha insistito nell'aggiustarmi i capelli, arricciandoli alle punte. Nell'insieme però sono proprio carina. Indosso un paio di jeans non molto aderenti,una camicetta bianca il seta e le all star bianche. I capelli mi cadono morbidi sulle spalle creando un effetto molto sensuale. Mi sono truccata leggermente per non dare troppo nell'occhio. Matita nera interna,mascara e un filo di rossetto nude. Odio essere al centro dell'attenzione, specialmente essendo l'ultima arrivata.
Cinque minuti dopo David accostò all'esterno della scuola facendomi cenno di essere arrivati.
<<Principessa ,se vuoi ti posso accompagnare con dentro l'edificio>> propose amorevolmente.
<<Grazie David,ma preferisco andare da sola>> lo ringraziai e gli stampai un bacio veloce sulla guancia e tristemente sgattaiolai fuori dall'auto.
La scuola è proprio come nelle immagini su internet. Dall'esterno sembra molto bella ora non rimane che vedere l'interno.
Una volta entrata mi diressi in segreteria per prendere gli orari delle mie lezioni che sono i seguenti:
1a ora = inglese avanzato
2a ora= chimica
3a ora= spagnolo
Pausa pranzo
4a ora= matematica
5a ora= tedesco
6a ora= corso extra di danza
Diciamo che come prima giornata non c'era da lamentarsi. Le lezioni che avrei seguito mi incuriosivano molto e non vedo l'ora di poter fare il corso extra di danza alla 6a ora.
La scuola anche internamente era molto bella, stile ottocentesco, ma allo stesso tempo moderna e raffinata.
Non appena arrivai dietro la porta dell'aula dove avrei fatto inglese avanzato, il mio sangue si gelò. Ero in ritardo di dieci minuti e avrei fatto una bruttissima figura.
<<Forza July, bussa decisa ed entra a testa alta!>>
<<Toc toc>> .
<<Avanti>> rispose cordialmente una voce femminile dall'altra parte della porta.
Non appena entrai le mie guance andarono a fuoco dall'imbarazzo.
<<Buongiorno a tutti sono Juliet e vengo dall'Italia. Sarò una nuova studentessa in questo istituto>> dissi con voce tremante.
<<Salve Juliet. Sono la professoressa Scot ,docente di lingua inglese. Accomodati pure nel banco libero in fondo alla classe.>>
Le sorrisi e mi diressi verso il mio banco.
Non appena mi sedetti , però, feci una bruttissima scoperta... Il mio compagno di banco era proprio lui! Quel rozzo di James! Cosa da non credere!
<<Ehi piccoletta>> fece con il suo sorriso sornione.
<<Ehi babbeo>> risposi regalandogli un sorriso falso quanto il suo.
<<Ma tu sei così acida con tutti , o è un privilegio che riservi solo a me?>> domandò schivo.
<<Sono acida solo con chi non mi piace e tu non mi piaci proprio!>> risposto schietta.
<<Tra qualche mese non la penserai più così>> affermò facendomi l'occhiolino.
<<Non ci conterei>>
<< Black perché non condividi con noi la chiacchierata che stai facendo con Juliet?>> disse la professoressa con aria seccata.
<<Mi scusi prof, stavo semplicemente dando il benvenuto alla nuova arrivata>> rispose ammiccando nella mia direzione.
Fortunatamente la lezione trascorse velocemente e non appena suonò la campanella, raccolsi velocemente le mie robe e mi diressi alla porta più veloce che mai.
Stavo per varcare la soglia, quando qualcuno mi trattenne per il polso facendomi sussultare e voltare.
Combinazione, di chi si poteva trattare se non del manichino da strapazzo?
<<Che vuoi James. Faró tardi a lezione, lasciami andare>> dissi cercando di dimenarmi.
<<Ehi piccoletta non ti scaldare, volevo solo essere cortese e accompagnarti alla prossima lezione, ma visto come ti comporti ci ho ripensato>> e detto ciò, se ne andò sbattendo volutamente contro la mia spella destra.
Una volta uscito, sospirai.
Quel ragazzo non lo digerivo proprio e mi mandava la testa in fumo dalla rabbia.
Credevo di essere sola, ma quando alzai lo sguardo vidi una ragazza che mi fissava con gli occhi luminosi e vispi.
<<Ciao Juliet, io sono Cindy>> disse cordialmente.
Era una ragazza minuta, alta quanto me , con gli occhi color cervone e i capelli biondo cenere.
<<Piacere di conoscerti>> risposi sorridendo
<<Che lezioni frequenterai oggi?>>
Le mostrai il bigliettino con i miei orari e mi sorrise felicemente.
<<Frequentiamo gli stessi corsi, compreso quello di danza>>
<<Wow fantastico!>>
<<Ci conviene andare ora, se no faremo tardi alla prossima lezione>> e detto ciò , mi prese sottobraccio e ci dirigemmo al laboratorio  di chimica.
La giornata trascorse rapida e divertente.
La lezione di danza fu uno sballo ed il maestro era davvero molto simpatico.
<<Ciao Juliet ci vediamo domani>> fece Cindy agitando una mano nella mia direzione.
<<Ciao Cindy un bacio>> le risposi sorridendo.
*Ciao Tesoro sono mamma. Dovrai tornare a casa con l'autobus perché non posso venirti a prendere. Ho avuto dei contrattempi con il lavoro e anche David è impossibilitato. Perdonaci stellina. Un bacio*
Era un messaggio di mia madre. Uff questa non ci voleva proprio!
Rassegnata mi diressi verso la stazione degli autobus.
Mentre camminavo però un'auto mi passò accanto, rallentò e abbasso il finestrino de passeggero.
<<Piccoletta ti serve un passaggio?>> chiese sorridendo James.
<<No grazie>> risposi ,non distogliendo lo sguardo dalla strada.
<<Vedi che da qui non passano gli autobus per andare verso casa nostra, quindi a meno che tu non voglia tornartene a piedi, faresti meglio ad accettare la mia offerta prima che cambi idea.>>
Ci pensai un po su e dato che non avevo la minima intenzione di tornarmene a piedi, accettai il suo passaggio.
<<Così cominciamo a ragionare>> disse con aria divertita.
Non gli risposi . Mi infilai le cuffie ed alzai il volume a palla.
Chiusi gli occhi e cercai di rilassarmi.
Dieci minuti dopo qualcuno mi baciò dolcemente la guancia. Aprì gli occhi e vidi davanti a me gli occhi più belli di sempre , quelli di James.
Quando realizzai di essermi addormentata e che lui mi aveva appena baciato la guancia, drizzai in piedi, sbattendo la testa al finestrino.
Lui rise divertito.
<<Piccoletta siamo arrivati>>
<<Scusami mi sono addormenta. Grazie del passaggio.>> dissi uscendo dalla macchina.
Corsi verso il vialetto di casa, ma poi mi fermai e girandomi nella sua direzione gli dissi << Ah comunque non baciarmi mai più o te ne pentirai>>
<<Mi stai minacciando?>> disse sorridendo.
<<Si e ti conviene ascoltarmi se non vuoi farti male>>.
Scosse la testa e si diresse verso casa sua.
<<Ciao piccoletta a domani>> disse senza voltarsi e chiudendosi la porta di casa alle spalle.
Già a domani. Anche domani lo vedrò purtroppo!

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